Un bambino. Vicino a lui un gruppo di adulti. Davanti a loro una parete alta e disseminata di appigli di varia forma e colore. Sì, si tratta di una parete da arrampicata. Il bambino guarda un po’ incuriosito e un po’ impaurito ciò che ha davanti, mentre gli adulti intorno a lui lo rassicurano e intanto lo equipaggiano per la scalata: caschetto, cinghie, corde e tutto ciò che serve.
Il bambino si trova in una situazione assolutamente nuova: fino a poco tempo fa era costretto in un letto d’ospedale, lottando con una grave malattia. Ora è qui, che si accinge a compiere un’impresa che non avrebbe mai immaginato di vivere. Lentamente, assistito e protetto dalle persone che gli sono intorno, comincia a salire. Un appiglio, incerto, poi il secondo e via via il coraggio si fa strada insieme a lui. Arrivato in cima, il bambino si sente un’altra persona: guarda con stupore e gratitudine i ragazzi che l’hanno accompagnato fin lì che restituiscono i sorrisi e gli dicono “Sì, sei proprio tu che l’hai fatto! Hai visto che era possibile?”.
Possibile, una parola importante qui. Siamo al Dynamo Camp, un centro per la terapia ricreativa per bambini affetti da patologie gravi o croniche che si pone come principale obiettivo, proprio quello di rendere possibile qualcosa che non lo sembrava. Come la possibilità di vivere l’infanzia con spensieratezza e con il sorriso, di rafforzare la fiducia in se stessi e scalare, proprio come la parete d’arrampicata, i limiti posti dalla malattia. L’arrampicata diventa quindi metafora di un percorso di vita che porta ad allargare la zona di comfort di tutti i bambini che hanno la possibilità di vivere un’esperienza al Camp. E proprio all’attività dell’arrampicata ha contribuito anche la Chiesa Valdese grazie a un finanziamento dell’Otto per Mille, con una parete inserita nel parco avventura all’aperto e parte dell’attività dei campi estivi.
Sempre più in alto
La terapia ricreativa
Ma chi può andare al Dynamo Camp? Dettaglio importante: il soggiorno è completamente gratuito. La selezione dei minori che possono accedere ai camp avviene esclusivamente attraverso criteri medici. L’attività di reclutamento o “recruiting” è svolta da un apposito Comitato Medico che, da un lato, determina il numero e la tipologia delle malattie ammissibili al Camp, dall’altro prende in esame le richieste che arrivano da ospedali e altre strutture sanitarie, decretando in base alla cartella clinica dei minori chi può essere ammesso. Nei primi anni di attività Dynamo Camp ha accolto principalmente minori affetti da patologie oncologiche o ematologiche, per poi estendersi, a partire dal 2010, a quelle neurologiche. Da allora si è lavorato costantemente per allargare il campo e integrare sempre più bambini con le più diverse patologie.
Una storia recente
Le attività
A Dynamo Camp è presente anche il mondo dell’arte che, con il progetto “Art Factory” , ha portato fino a oggi oltre 70 artisti a donare il loro tempo e il loro genio per sviluppare insieme ai bambini progetti artistici ad hoc che sono raccolti nella splendida Dynamo Gallery.
E poi Radio Dynamo, uno studio radiofonico che coinvolge gli ospiti del camp nella realizzazione di piccoli programmi radiofonici. Su temi proposti dallo staff, bambini e ragazzi si divertono nella redazione di testi che poi vengono letti e registrati nello studio e trasmessi on-air in tutto il Camp. un esempio di come la radio possa rappresentare intrattenimento e terapia, basandosi sul potere della parola e della musica, racchiudendo anche in questo caso i principi basilari della terapia ricreativa.
I volontari
Ma chi e che cosa rende possibile rendere Dynamo Camp un luogo in cui i bambini possono, in parte, dimenticare i loro problemi di salute e pensare soltanto a divertirsi? Tutto ciò non sarebbe possibile senza l’apporto di una squadra numerosa e affiatata che lavora a un progetto e un’idea comuni. Sono 54 i dipendenti che lavorano in modo stabile per Dynamo Camp: gli uffici di Milano sono dedicati alla raccolta fondi, alla comunicazione e all’organizzazione eventi, mentre nel Camp di Limestre sono impiegati gli addetti alle risorse umane, al recruiting, al rapporto con ospedali e associazioni e all’organizzazione operativa del Camp.
Oltre ai dipendenti è prezioso l’apporto dei volontari (oltre 800 ogni anno) e dello staff di sessione (75 persone solo nel 2017) per la realizzazione dei programmi.
Le richieste dei volontari superano di molto ogni anno le necessità del Camp: il che comporta un’accurata opera di selezione di coloro che, dopo un periodo di formazione, saranno pronti per gestire le necessità e le problematiche dei bambini con patologie gravi o croniche. La formazione punta a fornire ai volontari gli strumenti conoscitivi per relazionarsi in modo efficace e positivo ai bambini e alla loro malattia, cercando di trasmettere allo stesso tempo gli obiettivi del Camp: contribuire a rafforzare l’autonomia e la fiducia in se stessi dei bambini e il favorire le nuove amicizie mettendo in evidenza il valore della collaborazione e il sostegno reciproco per affrontare le difficoltà. Alcuni ragazzi, dopo essere stati ospiti del Camp, hanno sentito il desiderio di continuare a frequentarlo e hanno intrapreso il percorso per diventare volontari.
Le attività di Dynamo Camp si sostengono con una molteplicità di finanziamenti, oltre a quello dell’Otto per Mille Valdese: donazioni di individui, imprese, fondazioni ed enti pubblici. La raccolta fondi si basa su un modello di scuola americana “per obiettivi”. Nel corso degli anni la composizione dei finanziamenti ha teso a un sostanziale equilibrio nel reperimento delle risorse tra i soggetti donatori. Nel 2016 i proventi di Dynamo Camp Onlus hanno raggiunto i 4,61 milioni di euro e solo l’1% è arrivato da finanziamento pubblico.
Le famiglie
Naturalmente al centro del progetto ci sono i bambini, le loro esigenze e il loro divertimento. Ma non sono soltanto loro a beneficiare degli effetti virtuosi della Terapia Ricreativa: infatti anche le famiglie hanno un coinvolgimento negli effetti positivi portati dalla frequentazione del Camp. L’obiettivo delle attività è infatti non solo quello di offrire un periodo di svago, ma soprattutto quello di fornire, a chi lo frequenta, degli strumenti che possano migliorare la vita di tutti i giorni una volta lasciato il Camp. Alcune sessioni sono pensate per il coinvolgimento diretto delle famiglie: anche loro, oltre ai bambini, possono mettere sullo sfondo la patologìa e godersi una vacanza che lascerà tracce positive.